In Europa ognuno di noi mangia in media 23 kg di pesce all’anno — quasi il doppio di 50 anni fa.
Per soddisfare questo nostro appetito, oggi peschiamo una quantità di pesce eccessiva rispetto a quanto l’oceano ne possa produrre.
Sono ormai a rischio molti ecosistemi marini e le comunità di pescatori locali che da essi traggono economia e sostentamento.
Dopo i cambiamenti climatici, lo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche è la seconda minaccia, in ordine di importanza, per i nostri oceani.
Molto presto potrebbe non esserci più pesce disponibile per la pesca, l’allevamento e quindi l’alimentazione.
Per fortuna, questo sfruttamento eccessivo delle risorse ittiche può essere frenato. Abbiamo, però, bisogno del tuo aiuto.
Oltre la metà dei prodotti ittici, che acquistiamo, proviene molto probabilmente da un paese in via di sviluppo.
L’Unione europea costituisce il principale importatore al mondo di prodotti ittici, oltre la metà dei quali viene importata da paesi asiatici, africani e da altri in via di sviluppo, dove molte comunità locali basano il loro sostentamento sull’attività di pesca.
Nel mondo non va dimenticato, che il pesce e i frutti di mare rappresentano la merce più commercializzata e quindi trasportata.
La verita’ nuda e cruda
Il
78%
degli stock ittici nel Mediterraneo e’ sovrasfruttato
Il
33%
delle risorse ittiche globali è pescato in maniera eccessiva
800 milioni di persone dipendono dai prodotti ittici come fonte di nutrimento e di reddito per le loro famiglie, la maggior parte delle quali vive in paesi in via di sviluppo.
Nel 2014, i Paesi del Mediterraneo appartenenti all’Unione Europea hanno importato circa l’
85%
dei prodotti ittici da essi consumati
L’attività di pesca illegale, non regolamentata e non registrata (IUU) potrebbe presto raggiungere i
26 milioni di tonnellate
su scala globale, rappresentando più del
15%
dell’attività di pesca annua totale